giovedì 5 giugno 2008

SCOIATTOLO ROSSO

Titolo: Lo Scoiattolo rosso
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Superclasse: Tetrapodi

Classe: Mammiferi

Ordine: Roditori

Famiglia: Sciuridi

Genere: Sciurini

Specie: Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris)


Nella "Lista rossa" per il 2006 della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), tra le 16.119 specie a rischio di estinzione, sorprendentemente compare anche lo Scoiattolo rosso, oltre ad altri animali sorpresa nella Lista rossa ci sono animali che ancora consideriamo comuni come il ghiro e molte specie di pipistrelli.

Per lo Scoiattolo l'ultimo pericolo in ordine di tempo ed anche il più pressante è rappresentato dall'introduzione dello Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) proveniente dal Nord America e presente in Gran Bretagna sin dall'Ottocento. Le due razze non convivono e dove compare il più massicco Scoiattolo grigio lo Scoiattolo rosso è destinato a scomparire. Difficili le scelte da attuare e difficile anche da parte di tutte quelle istituzioni che difendono l'Ambiente e la Natura prendere una posizione.


COM'E' FATTO

Scoiattolo rossoLungo circa circa 25 cm, con una fluente coda di altri 20 cm, che ha sia la funzione di bilanciarlo nei salti che di scaldarlo, avvolgendolo, durante la stagione rigida, ed un peso di 230 -480 g., è caratterizzato da un particolare dismorfismo stagionale e climatico fa variare il colore del suo pelo dal rosso al grigio fino ad una tonalità che si avvicina al nero: in genere i colori più chiari sono riscontrati d'estate e negli individui che vivono al nord, durante i periodi invernali anche questi esemplari sfoggiano un manto nettamente più scuro, ma non arrivano mai alle colorazioni degli individui che stanziano al sud. Ventre e le parti inferiori rimangono sempre nettamente più chiare.

Sempre presenti, invece, i lunghi ciuffi di peli sulle orecchie. La forma è snella, con arti anteriori più corti dei posteriori che sono strutturati perfettamente per i salti. Arrampicatore incredibile, riesce nelle sue imprese anche grazie agli artigli aguzzi e ricurvi di cui è dotata. Inoltre non c'è alcuna differenza di stazza tra maschio e femmina.


NEMICI NATURALI

Vista la sua modesta taglia, lo Scoiattolo rosso è tra le prede preferite di vari predatori, dal falco al gatto selvatico alla volpe. Il più temuto, però, è la martora che, grazie alle sue doti di arrampicatrice, riesce ad inseguirlo fino nel nido.Scoiattolo rosso


DI COSA SI NUTRE

Si nutre di ghiande, faggiole, nocciole, noci e semi in genere, gemme e ramoscelli di pini, larici o abeti, ma non disdegna uova, piccoli uccelli ed insetti.

Previdentissimo, se ha a disposizione una quantità di cibo eccessiva ne ricovera immediatamente una parte in cavità degli alberi o in buche che scava appositamente. E' una pura questione di sopravvivenza, visto che il periodo cruciale per questo animaletto è l'inverno durante il quale muoiono ben il 75 - 85% dei nuovi nati ed il 50% degli individui che lo attraversano per la seconda volta.


RIPRODUZIONE

Scoiattolo rossoNon esiste vista sociale e, quindi, neppure vita di coppia per gli Scoiattoli: durante la stagione degli amori, che ha inizio in primavera, i maschi inseguono le femmine sperando di riuscire ad accoppiarsi almeno con una di esse. Come in molte altre specie il maschio dominante, quello più grosso e resistente, ha le maggiori possibilità di successo.

Quindi è la femmina ad occuparsi della preparazione del nido, utilizzandone di abbandonati o costruendone uno nuovo nella cavità di qualche albero. Poi la gestazione lunga quasi cinque settimane e la nascita di un numero tra i 3 ed i 7 piccoli. In estate la femmina è di nuovo pronta per la seconda nidiata stagionale.

E' solo la madre ad occuparsi dei piccoli che nascono ciechi, sordi e con un peso che si aggira tra i 10 ed i 15 g. Dopo una ventina di giorni ai cuccioli inizia a crescere il pelo e poi iniziano a vedere. La dentatura si sviluppa completamente dopo 42 giorni e solo a questo punto il piccolo potrà nutrirsi di cibi solidi che inizierà a cercarsi anche da solo.

La vita media di uno Scoiattolo rosso è di 3 anni, mentre in cattività può raggiungere i 10.


DOVE VIVE (ancora)

Per prima cosa "DA QUANDO" vive.... sono stati, infatti, ritrovati dei reperti fossili che attestano la sua esistenza già nel Pleistocene medio-superiore (400.000 –700.000 anni fa).

Il suo habitat preferito sono i boschi di conifere o di caducifoglie, ma frequenta anche i parchi ed i giardini delle nostre città.

Specie autoctona europea, è possibile trovarlo in tutta l'Eurasia, in Asia settentrionale fino alla Kamciatka, in Corea e sull'isola di Hokkaido in Giappone. Ma il territorio dov'è presente, malgrado ciò che sembra, si è decisamente rimpicciolito negli ultimi anni ed in Inghilterra è ormai in serio pericolo la sua presenza.

Dicevamo che il maggior pericolo, attualmente, deriva dalla presenza sempre più pressante dello Scoiattolo grigio, ma non vanno trascurati, tra i motivi di possibile estinzione, anche le zone boschive sempre più ristrette, le sostanze chimiche che, usate in agricoltura, spesso diventano il motivo della sua morte. Fortunatamente già dal 1977 la caccia a questo splendido roditore è stata messa al bando.

L'URO, IL BISONTE EUROPEO


Titolo: Il Bisonte Europeo
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Genere: Artiodattili

Famiglia: Bovidi

Specie: bonasus (Bisonte Europeo)



Il Bisonte Europeo (Bison bonasus) è uno di quei grandi mammiferi che hanno pagato caro le conseguenze del disboscamento: è questo, infatti, il motivo originario della sua estinzione per quanto riguarda la popolazione selvatica. Animale antichissimo, è stato presente dalla preistoria (spesso lo troviamo raffigurato nei graffiti delle caverne) fino all'XI secolo in modo massiccio in tutte le foreste europee, dalle isole britanniche, alla Scandinavia fino al Peloponneso e giù ancora verso il Nord Africa e l'Asia sud occindentale.

Assurdamente deve la sua salvezza al fatto che, dal punto di vista venatorio, rappresentava un trofeo estremamente ambito e riservato ai Re ed ai potenti d'Europa.

COME SONO FATTI

I maschi possono raggiungere i 3,50 m di lunghezza ai quali và aggiunta una coda di 50 cm., la loro altezza al garrese è di 2 m. per circa una tonnellata di peso e può raggiungere una velocità, in corsa, di 60 km/ora. Le femmine, invece, sono di taglia leggermente più piccola. La vita media si aggira intorno al 20 - 25 anni di media.

Più elegante e più alto del "cugino" americano, è facilmente distinguibile da quest'ultimo anche per la differenza decisamente meno marcata tra quarti posteriori ed anteriori, per la testa più piccola con corna maggiormente sviluppate e per il manto meno fitto e di un colore più chiaro.

VITA SOCIALE

Come la maggior parte dei Bovidi, è un animale gregario, ma, a differenza del Bisonte Americano ed a causa della conformazione delle foreste europee, i branchi non superano mai la decina di individui.

Dicevamo che la causa primaria della sua estinzione è stata l'opera dell'uomo nella deforestazione. In effetti, grazie alla sua mole, è praticamente privo di nemici naturali ed anche i cuccioli, protetti costantemente dalle madri, difficilmente diventano bersaglio di grandi predatori, come l'orso, o di quelli che agiscono in branco, come i lupi. Dal punto di vista strutturale, poi, il Il Bisonte Europeo è perfettamente attrezzato per resistere ai climi rigidi ed a camminare nella neve alta grazie all'ampia superficie dei suoi zoccoli.

Il periodo degli amori va da agosto-settembre, periodo nel quale i combattimenti tra maschi per la conquista della femmina (e la possibilità di tramandare il proprio patrimonio genetico) sono violenti ma mai estremi. La maturità sessuale in entrambi i sessi è raggiunta dopo il secondo anno di vita.

DI COSA SI NUTRONO

E' un animale parco per quanto riguarda l'alimentazione: assolutamente erbivoro, per sopravvivere e riprodursi gli bastano cortecce, licheni, o poche erbe anche ingiallite.

RIPRODUZIONE

Dopo una gestazione di circa nove mesi viene solitamente dato alla luce un cucciolo di circa 40 Kg. L'allattamento dura oltre sei mesi.

DOVE VIVONO (ancora)

E' la foresta-parco di Bialowieza l'unico luogo in Europa che ancora ospita questo splendido mammifero, foresta che con i suoi 124.000 ettari è ormai la più grande d'Europa e dà rifugio e sicurezza a 1.000 specie di piante superiori e centinaia di muschi, licheni e funghi oltre a rarissimi ormai esemplari di uccelli (l'allocco degli urali, ad esempio), 62 specie di mammiferi tra cui anche il tarpan, progenitore del cavallo.

Tanto preziosa, la foresta-parco di Bialowieza da venir dichiarata nel 1977 Riserva della Biosfera dell'Unesco e nel 1979 patrimonio dell'umanità

I 3.000 esemplari di Bisonte Europeo presenti in quest'area sono i discendenti dei sette esemplari rimasti in tutta Europa negli anni '30: quindi se il pericolo di estinzione in questo momento è leggermente meno pressante, rimane grave la modesta variabilità genetica di quei 3.000 esemplari, tutti consanguinei da 80 anni almeno.

GATTO SELVATICO


Titolo: Il Gatto Selvatico
In zoologia:

Ordine: Carnivori

Famiglia: Felidi

Genere: Felis

Specie: Felis sylvestris



Sul Gatto Selvatico (Felis sylvestris) in realtà si sa molto poco e la cosa non può stupire.I gatti di città, semiaddomesticati, hanno cambiato le loro abitudini di animali solitari (come la maggior parte dei felini) per vivere in branco (o in "colonie", come le chiamiamo) e questo facilita loro la sopravvivenza, ma in natura non è così: è un animale solitario che si tiene il più possibile alla larga dall'uomo, con una incredibile capacità di mimetizzarzi alla quale và aggiunto il fatto che preferisce predare di notte. Se a tutto questo aggiungiamo anche il fatto che visivamente è facilmente scambiabile con il gatto domestico, comprendiamo appieno la difficoltà di rintracciarlo e studiarlo.

Felis silvestris lybicaIn Italia è presente nella zona delle Alpi Liguri al confine con la Francia, in quella delle Alpi Carniche al confine con la ex Iugoslavia, lungo la dorsale appenninica fino alla Sicilia; si presume che, in totale, gli individui non superino le 700 800 unità. In Sardegna, invece, si ritiene che gli individui presenti appartengano alla specie Felis silvestris lybica che comprende anche i gatti selvatici Africani e del Medio-Oriente..

COME SONO FATTI

Il Felis sylvestris può raggiungere, coda compresa, il metro e venti di lunghezza. Agilissimo e robusto, ha la testa corta e rotonda e le zampe, soprattutto le posteriori, sono forti e lunghe. Il pelo è folto, morbido, di un colore griglio-rossatro con fasce trasversali scure che gli servono a meglio mimetizzarsi nella macchia boschiva, mentre il ventre è più chiaro. La coda presenta degli anelli nerastri.

Il maschio ha una stazza nettamente superiore alla femmina: da un minimo di 5,500 ad un massimo di 3,500 contro i 1,500 - 3,000 della femmina.

Come per tutti i predatori che si rispettino, ha una vista eccellente anche in condizioni pessime di luce. Questa è dovuta alla particolare struttura oculare dei gatti (ved. morfologia: tapetum lucidum). Ottimi sono anche udito ed olfatto. Particolarmente sviluppata la dentatura.

DI COSA SI NUTRONO

E' un predatore notturno che rimane nascosto durante il giorno nelle cavità degli alberi o in piccole grotte e tane abbandonate. Ottimo arrampicatore, non ha praticamente preferenze tra la caccia a livello del terreno o quella "area" saltano da ramo in ramo. Le sue prede sono conigli e mammiferi di piccola taglia, oppure rane o uccelli che preleva spesso direttamente dal nido.

RIPRODUZIONE

La maturità sessuale viene raggiunta nelle femmine intorno ai 10-12 mesi che aumentano nel maschio fino ai 9-10 mesi. Il periodo degli amori va da metà gennaio alla metà di marzo. La riproduzione avviene una volta all'anno e di solito la cucciolata è di tre o quattro cuccioli che rimangono con la madre fino al compimento del quinto mese.

LA VITA SOCIALE

Estremamente territoriale (marca regolarmente il territorio che gli appartiene con una secrezione odorosa e spruzzi diurina), il Gatto Selvatico è un solitario: nessun maschio entrerà impunemente nel territorio diun altro, mentre l'accesso sarà consentito solo a femmine.




In definitiva sono molti i fattori che contribuiscono a rendere a rischio di estinzione questa specie: dal disboscamento all'alta densità di presenza dell'uomo sul territorio ed al bracconaggio. Non ultimo, però, il pericolo di ibridazione con il gatto domestico dal quale non si differisce eccessivamente.

BALENA


Balena
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Classe: Mammiferi

Ordine: Cetacei

Sottordine: Misticeti

Famiglia:

  • BALAENIDAE (Balena Franca Australe, Franca Boreale, della Groenlandia, Caperea Marginata),
  • BALENOTTERE (Balenottera minore, Balenottera Boreale, Balenottera di Bryde, Balenottera Azzurra, Balenottera Comune e Megattera),
  • ESCHRICHTIIDAE (Balena Grigia).

Attenzione! Avete notato quel "Sottordine: Misticeti"? Ecco ... spesso ci si riferisce ai capodogli come se fossero balene. Beh.. così non è. La differenza sta nell'apparato boccale. I capodogli (come i delfini e orche) hanno i denti e, quindi, appartengono al sottordine degli Odontoceti. La balena non ha denti ma "fanoni" , una sorta di lamine cheratiniche che possono arrivare, nella Balena Azzurra, anche al metro di lunghezza e che servono a filtrare l'acqua marina ed a trattenere il cibo.

Avrete notato anche che alla voce "famiglia" sono riportate ben tre famiglie di "balene": il pericolo di estinzione, purtroppo, le riguarda tutte.

DI COSA SI NUTRONO

Si nutrono di piccoli pesci, crostacei, ma soprattutto di krill , vengono chiamati così i banchi di Euphausia superba, una specie di piccoli gamberetti. Una balena arriva a mangiarne anche 2 tonnellate al giorno

VITA MEDIA e RIPRODUZIONE

La longevità delle Balena è un dato estremamente difficile anche da stimare. Varia secondo la specie e di alcune è sconosciuto del tutto. Si presume che la Balena della Groenlandia (Balaena mysticetus) possa vivere anche 180 anni, ma è un record assoluto, visto che i dati certi in nostro possessono parlano di una vita media di 50 - 80 anni.
L'età feconda inizia intorno ai 7 - 9 anni e la gestazione dura dai 12 ai 16 mesi. La balena dà alla luce un solo piccolo che rimarrà con la madre per i successivi 3 anni. In pratica le balene si riproducono ogni 4 o 5 anni

DOVE VIVONO (ancora)

Un tempo le balene erano presenti in tutti i mari, ora gli scienziati propendono per un numero totale di circa 10.000 esemplari presenti soprattutto nei Santuari: vaste zone d'oceano dove la caccia è proibita e questi cetacei hanno la possibilità di riprodursi.

Grazie all'azione decennale delle organizzazioni che si battono per la conservazione del pianeta, sono state dichiarate Santuario Marino zone in:

Oceano Indiano .

Europa - nel Mar Mediterraneo , in Irlanda ed in Germania nel Mare di Wadden.

Area del Sud Pacifico : la più estesa finora con oltre 8,6 milioni di kmq di mare.

Isole Channel in California .

Santuario Nazionale - Florida.

Ma il numero dei Santuari è ancora troppo basso per scongiurare il pericolo di estinzione.

PERCHE' SONO IN PERICOLO

Stravolgimenti climatici

L'assottigliarsi della fascia d'ozono ed il conseguente aumento di penetrazione dei raggi UV alterano la produzione e la concentrazione di krill, principale nutrimento per le balene.

L'inquinamento chimico

Le sostanze tossiche presenti nei mari aumentano continuamente e le balene (come gli altri abitanti marini) se ne intossicano

L'inquinamento acustico

Non dimentichiamoci che le balene comunicano attraverso gli ultrasuoni quindi possono benissimo udire tutti quei rumori che viaggiano su una banda per noi inudibile e, oltre a non sentirsi fra di loro, questo tipo di inquinamento provoca forti scompensi fisici e comportamentali.

La pesca eccessiva

Intesa come caccia vera e propria: Norvegia, Giappone e Islanda continuano la caccia sia legale che illegale, molto spesso celata sotto pretestuosi "scopi scientifici".

AQUILA REALE

Titolo: L'Aquila Reale
In zoologia:

Tipo: Cordati

Sottotipo: Vertebrati

Superclasse: Tetrapodi

Classe: Uccelli

Ordine: Falconiformi

Famiglia: Accipitridi

Genere: Aquila

Specie: Aquila chrysaetos (Aquila reale)


COM'E' FATTA

Le grandi dimensioni, la particolarità delle sue ali sfrangiate all'estremità la rendono assolutamente inconfondibile all'avvistamento, avvistamento che succede moldo di rado.

Maestosa, con un'apertura alare che può superare i due metri, l'Aquila reale raggiunge una lunghezza di 74 - 87 cm., mentre la sola coda può arrivare ai 26 - 33 cm. Il peso si aggira intorno ai 6 - 7 chilogrammi. Particolarità per quanto riguarda le dimensioni il fatto che la femmina (come spesso accade nei rapaci) sia più grande del maschio (all'incirca del 20%). La sua vista è acutissima: 6 volte quella dell'uomo, con un raggio visivo di 300 gradi.Il becco è forte e ricurvo, le zampe possenti, ricoperte di piume, con artigli lunghi ed affilati soprattutto per quanto riguarda il quarto dito, opposto agli altri, con l'unghia del quale trafigge la preda. Le penne dorate sul capo, che risaltano sul piumaggio marron scuro, le hanno procurato l'appellativo di reale e di chrysaetos che in greco significa dorata, appunto.

Gli individui giovani sono facilmente individuabili dalle macchie bianche presenti sul piumaggio sia sotto le ali che all'attaccatura della coda.


DI COSA SI NUTRE

Si nutre, a seconda del territorio nel quale stanzia, di mammiferi di taglia piccola e media (conigli, piccoli daini, scoiattoli, marmotte) oppure di uccelli (galli cedroni, pernici, fagiani) o rettili. Nel caso che la preda sia un mammifero, maschio e femmina (che sovente cacciano assieme) si dividono i compiti: l'uno plana radente al suolo per impaurire la preda, mentre l'altro si lancia in picchiata dall'alto. Gli uccelli, invece, vengono spesso cacciati in volo.


RIPRODUZIONE

Fedeli per la vita, il maschio e la femmina di Aquila reale, una volta formata la coppia e scelto il territorio, rimangono stanziali per molti anni costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o fra i rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in anno, quello che sembra il più adatto. Sempre, però, i nidi sono costruiti più in basso rispetto all'altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la preda tra gli artigli.

Il controllo del territorio (si presume che possa arrivare anche ai 50 km quadrati) non costituisce un problema ed anche questo compito viene diviso equamente tra maschio e femmina ed, il più delle volte, si limita ad un volo lungo il confine del territorio stesso per segnalare alle altre aquile quali siano gli effettivi confini.

Affascinante, invece, il volo del rituale di accoppiamento che avviene in marzo: la cosìddetta danza del cielo, che prosegue per vari giorni, vede entrambi impegnati entrambi gli individui in spettacolari evoluzioni che spesso la femmina compie in volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, o con scambi di preda in volo o giri della morte.

La danza viene alternata ai lavori di restauro dei nidi e solo alla fine verrà scelto quello definitivo. Questi raggiungono spesso i due metri di diametro e, anche a causa delle annuali ristrutturazioni, possono avere uno spessore di un metro.

pulcino di aquila realeAll'accoppiamento, che avviene sempre a terra, segue la deposizione delle uova (gennaio nelle zone più calde e maggio in quelle più fredde) solitamente due a distanza di 2 - 5 giorni l'una dall'altra. In questo periodo il maschio è poco presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43 - 45 giorni di cova) per portare cibo sia alla madre che ai due piccoli dei quali, solitamente, solo uno sopravvive.

Dopo due mesi i pulcini diventani aquilotti ed iniziano ad esercitarsi nel volo sul bordo del nido. Spiccano il primo volo a 75 giorni e dopo 160 - 170 dalla nascita diventano indipendenti: in questo periodo vengono portati dai genitori fuori dai confini del territorio natale e diventano nomadi fino a quanto, verso i 3 - 6 anni, ormai in grado di procreare, costituiranno un nuovo nucleo famigliare.


DOVE VIVE (ancora)

Ormai l'Aquila reale stanzia nelle regioni montagnose ed impervie, ben lontano dall'uomo che da sempre le è nemico, sempre sotto, però, il livello delle nevi perenni, ed è completamente assente dalle pianure.

Un tempo era comune nelle zone più temperate dell'Europa, nel nord dell'Asia, America Africa ed in tutto il Giappone; oggi è completamente scomparta da Islanda e Irlanda (dove nel 2001, per tentare il ripopolamento, sono stati liberati 35 esemplari) ed in tutta Europa il numero totale di esemplari non supera le 3.000 unità.

Protetta su tutto il territorio nazionale, non è però ancora scampata al pericolo di estinzione. Troppo ristretto il territorio nel quale può vivere tranquillamente, ancora fortemente presente il bracconaggio, la sua sopravvivenza è messa in pericolo anche dagli elementi chimici che, dalle piantagioni e dall'acqua, si trasferiscono nell'animale uccidendolo o rendendo così fragile il guscio da farlo rompere prima del tempo.